OLIMPIADI DELLE SCIENZE NATURALI 2004 - FASE REGIONALE (BIENNIO)
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La prova è costituita da 4 parti, da pagina 1 a pagina 7, per un totale di 30 domande PARTE PRIMA - Costruiamo un plastico Le 6 domande che seguono riguardano un progetto relativo alla costruzione di un plastico a partire dalla cartina topografica di un'area vulcanica. Esse sono introdotte da un testo e da una cartina ai quali dovrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato. L'insegnante di scienze della tua classe ha presentato un progetto che
prevede la realizzazione di un plastico di un piccolo vulcano a partire
dalla carta topografica della zona. Una volta realizzato, il modello sarà
utilizzato per illustrare la distribuzione della vegetazione che ricopre
le pendici del vulcano.
0 50 100 m Cartina dell'area - Dimensioni cm 20 x 20 - Scala 1: 5000 - Equidistanza 10 m
Materiale ---------------------------------Costo unitario Costo massimo previsto 120 euro · Marco propone di utilizzare 15 tavolette di legno compensato:
la prima farà da base per il modello e le altre corrisponderanno
ciascuna ad una diversa curva di livello, 1. Chi di loro ha ragione? 2. Il fondo del cratere è a quota 15,2 m sul livello del mare.
A partire da quale sezione in su le sezioni presenteranno un foro al centro? 3. La cartina di partenza è di forma quadrata con il lato di 20
cm ed ha scala 1:5000. Essa viene ingrandita due volte e mezzo, in modo
da raggiungere le dimensioni richieste di 50 cm di lato. Dopo l'ingrandimento: 4. Sul lato destro in basso della cartina di partenza è presente
la scala grafica: è disegnato un segmento di 2 cm con l'indicazione
che ad esso corrispondono sul terreno 100 m. Dopo l'ingrandimento: 5. Sorge ora il problema dello spessore delle singole sezioni del vulcano
da incollare l'una sull'altra. L'insegnante spiega alla classe che per
mantenere in proporzione tutte le dimensioni del vulcano occorre usare
per le altezze la stessa scala delle distanze. A tal fine nel modellino
di 50 cm di lato lo spessore di ogni singola sezione dovrà essere
di: 6. Finalmente il modello è stato realizzato e la classe passa
ora a discutere su come utilizzarlo per la rappresentazione della vegetazione
della zona. Preliminarmente la classe effettua un'escursione sul vulcano
che consente di individuare le seguenti tipologie di vegetazione: Chi di loro ha ragione PARTE SECONDA - La cellula vegetale Le 5 domande che seguono riguardano la cellula vegetale. Esse sono introdotte da un testo al quale potrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato. 7. Quale tra queste strutture è tipica della cellula vegetale? 8. Quali sono i reagenti e i prodotti della fotosintesi clorofilliana? ----Reagenti -----------------Prodotti 9. Per la fotosintesi clorofilliana la luce è indispensabile perché: 10. Quando una cellula vegetale è immersa in un ambiente ipotonico: 11. Sorge in classe una discussione sull'importanza dei vegetali per
la vita sulla Terra. PARTE TERZA - Oceani con la "spina dorsale" Le 11 domande che seguono riguardano le dorsali Medio-oceaniche. Esse sono introdotte da un testo al quale potrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato. Il brano che segue è tratto dal libro di Sergio Ghione "L'Isola
delle tartarughe": 12. La prima parte del brano fa riferimento alla velocità con
cui si muovono le placche litosferiche. L'autore indica una velocità
dell'ordine di qualche centimetro l'anno. Tale velocità può
essere ricavata anche dall'esame dei campioni prelevati sul fondo dell'oceano.
Un sondaggio sul fondo dell'Atlantico meridionale, a 1.300 km dalla dorsale
Medio-atlantica, ha permesso di stabilire che i sedimenti trovati a diretto
contatto con lo strato di basalto si sono depositati 65 milioni di anni
fa. Quale velocità media di movimento delle placche è possibile
dedurre da questi dati? 13. Il sistema delle dorsali oceaniche è definito da Ghione come
"la più grande e invisibile catena montuosa e vulcanica del
mondo". Il vulcanismo che caratterizza le dorsali Medio-oceaniche
è di tipo: 14. Nel modello della tettonica delle placche, le dorsali corrispondono
ai "margini costruttivi o divergenti". Spiega tale definizione. 16. L'età dei basalti che costituiscono il fondo oceanico: 17. Quale di questi oceani non presenta una evidente dorsale che lo divide,
almeno per un ampio tratto, in due meta pressappoco uguali? 18. Le dorsali sono sede di un'intensa attività eruttiva. Quale
di queste rocce deriva tipicamente dalla solidificazione del magma che
alimenta l'attività delle dorsali? 19. Una delle prove più significative dell'espansione dei fondali
oceanici è costituita dalla successione delle anomalie magnetiche
a livello delle dorsali Medio-oceaniche. Tali anomalie formano delle fasce
ai lati della dorsale. Esse presentano una distribuzione: 20. Quale di questi vulcani è in relazione con l'attività
di una dorsale Medio-oceanica? 21. Le dorsali: 22. Le dorsali sono tagliate trasversalmente dalle faglie trasformi.
A livello delle faglie trasformi di una dorsale: PARTE QUARTA - Le teorie evolutive L'affermarsi delle teorie evolutive ha realizzato nell'ambito della biologia una vera e propria "rivoluzione copernicana", trasformandola da "scienza dell'osservazione della vita" a "scienza dell'evoluzione della vita". Tale mutazione è stata definita da L. Galleni "l'unico vero cambiamento di paradigma della biologia". Le 8 domande che seguono sono introdotte da un brano scritto E. Mayr, una delle figure più rappresentative della biologia evoluzionistica del Novecento, al quale dovrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato. A ben guardare le teorie evolutive di Darwin sono quattro: La prima teoria
può essere definita semplicemente come la "teoria dell'evoluzione
in quanto tale": essa è in pratica il rifiuto della stabilità
del mondo dei viventi (fissismo) e l'accettazione del fatto che il mondo
vivente è in continua trasformazione. La seconda teoria è
quella che postula un "antenato comune" dal quale l'evoluzione
abbia preso inizio. Questo concetto, come il precedente, è largamente
condiviso dagli scienziati: gli zoologi moderni, ad esempio, sono ampiamente
convinti del fatto che tutti i mammiferi provengano da un antenato comune,
con caratteristiche simili a quelle degli attuali insettivori. La terza
teoria evolutiva di Darwin è quella del "gradualismo":
egli sosteneva che le nuove strutture e gli adattamenti evolvono a piccole
tappe impercettibili. La quarta teoria di Darwin è quella della
"selezione naturale". Essa può essere considerata come
un processo in due tappe: la prima è la produzione di una quantità
di variabilità praticamente inesauribile grazie alla mutazione
ed alla ricombinazione. Tale produzione di variabilità dipende
in gran parte dal caso, è un processo accidentale, nel senso che
non è in relazione con le effettive necessità dell'organismo.
Nella seconda tappa del processo della selezione naturale l'ambiente favorisce
per ogni generazione solo alcuni degli individui prodotti in numero sovrabbondante.
Si tratta quindi di un processo contrario al caso: ogni individuo ha infatti
caratteristiche uniche, alcune delle quali favoriscono la sopravvivenza
e la riproduzione; gli individui che possiedono tali caratteristiche hanno
maggiori probabilità di apportare un forte contributo al pool genico
della generazione successiva. 23. Nel XVIII secolo, col ritrovamento dei primi fossili, gli scienziati
cominciarono a domandarsi se gli organismi esistenti sulla Terra fossero
sempre stati uguali o fossero cambiati nel tempo. Le teorie fissiste allora
in auge ebbero il loro massimo esponente in Georges Cuvier. Esse spiegavano
il ritrovamento di fossili di organismi con caratteristiche diverse da
quelle degli organismi attuali mediante il ricorso: 24. Dallo studio della struttura dell'emoglobina, dei citocromi e di
altre biomolecole è emerso che, tra i primati, il genere Homo (l'uomo)
presenta le maggiori affinità con il genere Pan (gli scimpanzé).
Si ritiene che i due generi derivino da un antenato comune vissuto probabilmente
circa 7 milioni di anni fa. Ciò significa che: 25. Lo studio dei fossili ha evidenziato che molte specie restano inalterate
per lunghi periodi (dell'ordine delle decine di milioni di anni) per poi
modificarsi rapidamente, dando origine ad altre specie nel giro di poche
decine di migliaia di anni. A partire da tale constatazione è stato
proposto che la velocità dell'evoluzione non sia costante nel tempo
e che lungo una linea evolutiva a lunghi periodi di tranquillità
evolutiva si alternerebbero brevi periodi di rapida evoluzione Tale teoria
fu proposta nel 1982 dai paleontologi Gould e Eldredge ed è nota
come: 26 L'evoluzione di diverse nuove specie a partire da un antenato comune
è un esempio di: 27 La selezione naturale è: 28. Quale tra questi non è un tipo di selezione: 29. Nel brano si afferma che "l'ambiente favorisce per ogni generazione
solo alcuni degli individui prodotti in numero sovrabbondante". Questo
significa che: 30. Per l'affermazione del gradualismo fu necessario che si sviluppassero
due nuovi concetti: il "pensiero popolazionale" ed il concetto
di "speciazione geografica". Il pensiero popolazionale si fonda
sull'osservazione del carattere unico di tutti gli esseri viventi, sottolineando
come ogni individuo di una specie a riproduzione sessuata sia unico e
differente da tutti gli altri. I gruppi di questi individui unici e differenti
sono denominati popolazioni ed è su di esse che agisce l'evoluzione,
attraverso la riproduzione differenziale di alcuni individui. Cosa si
intende invece per speciazione geografica?
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