Famiglia: Passifloracee
Descrizione: è un arbusto rampicante. Tutte le specie (se
ne contano più di 400 ) hanno fiori con la medesima bizzarra struttura:
vistosissimi stami e pistilli al centro, petali più o meno bianchi e cerosi,
una grande corona di filamenti colorati, azzurri nella specie coerulea, color porpora nella specie incarnata, bianco lilla nelle passiflore
più note per i frutti commestibili.
I
frutti della passione o “granadilla” gialli o violetti, si mangiano cotti come
verdura o si spremono per preparare bibite rinfrescanti, gelati, marmellate.
La passiflora incarnata, nativa degli stati meridionali
dell’America, è una grande e legnosa liana a radice perenne che forma complicati grovigli di disordinate ghirlande: ha
foglie lobate, numerosi viticci con cui si attacca tenacemente, frutti
commestibili e dolci, come piccole uova fragranti, purtroppo pieni di
tantissimi semi.
Habitat: è originaria dell’America
tropicale, dell’Asia e dell’Australia tropicale. Nelle zone calde è sempreverde,
nelle altre è a foglie caduche.
Fioritura: Fiorisce da luglio a
settembre.
Curiosità: fu un frate agostiniano al seguito
dei conquistadores che scoprì il fiore nelle foreste del Brasile e che scorse
nella sua corolla la perfetta rappresentazione della passione di Cristo. Tutto,
secondo il frate vi è presente: la croce, la corona di spine, il martello e i
chiodi, il sangue versato, le cinque ferite, la spugna imbevuta nell’aceto.
Non
mancano i dodici apostoli, rappresentati dai petali, e il Vangelo che è lo
stelo che sorregge il fiore; persino le foglie, palmate e appuntite, sono state
viste come la punta della lancia che colpì Gesù al costato.
Ogni
cosa, naturalmente, la provvidenza aveva predisposto per convertire gli indios
alla fede cristiana. Uno dei componenti del fiore e delle foglie è la
passiflorina con forte azione narcotica e antispasmodica simile a quello della
morfina.
Essendo
considerata una vera e propria droga, i cui dosaggi vanno controllati, la
vendita nelle erboristerie è proibita, ma la passiflora entra nella formula di
molti sedativi farmaceutici e anche l’omeopatia ne fa il suo noto uso discreto.